Le basse temperature invernali, soprattutto associate a un clima umido, possono essere causa di disturbi a carico della pelle, come i geloni.
I geloni sono lesioni infiammatorie della cute che si manifestano con rossore e gonfiore a volte associati a escoriazioni, e interessano in particolare le estremità, ma anche naso e orecchie.
I geloni, denominati anche eritema pernio, si manifestano con l’infiammazione dei piccoli vasi sanguigni superficiali, dovuta a un’alterazione della microcircolazione.
Affinché tutte le cellule dell’organismo funzionino correttamente è necessario che la temperatura corporea resti nella norma, intorno a 36-37° C.
Quando si abbassa, raggiungendo i 31°, per la prolungata esposizione a un ambiente freddo, gli organi rallentano il proprio lavoro mettendo a rischio la salute dell’individuo.
Il corpo è in grado di mettere in atto meccanismi di compensazione per generare calore. I brividi, per esempio, sono uno strattagemma attuato dai muscoli per produrre calore aggiuntivo.
Allo stesso modo, in presenza di condizioni critiche, l’organismo risponde con la costrizione dei piccoli vasi, per favorire l’afflusso di una maggior quantità di sangue a cuore e cervello, garantendone il funzionamento.
La conseguenza di questo è però che, poiché alle estremità della superficie del corpo arriva meno sangue, parti come dita, orecchie e naso si raffreddano più rapidamente.
Generalmente sono più colpite le donne, specie se di corporatura esile e basso peso corporeo per l’assenza di tessuto adiposo in grado di tenere le estremità del corpo al caldo.
Altre categorie a maggior rischio di sviluppare i geloni sono i lavoratori esposti al freddo per periodi prolungati, i bambini e gli anziani, in quanto il loro organismo è meno efficiente nel regolare temperatura corporea, le persone diabetiche o affette da condizioni che riguardano la circolazione -come il fenomeno di Raynaud-, e infine chi assume betabloccanti.
Sempre in associazione all’esposizione a freddo intenso.I sintomi dei geloni includono arrossamento, prurito, dolore e sensazione di punture di spilli e intorpidimento.
Nella zona interessata può comparire una tumefazione che fa apparire il gelone come un nodulo sottopelle ben delimitato. Il colore della parte colpita in genere vira verso il violaceo.
Compaiono infine, se pur raramente, macchie o vesciche per esempio sulla superficie superiore delle dita delle mani.
Gli stadi più avanzati possono comportare la morte dei tessuti per congelamento, situazione grave che colpisce nervi e ossa.
Nei casi più lievi, e più frequenti, la terapia migliore è riscaldare la parte, gradualmente. Il passaggio improvviso a un ambiente caldo può far peggiorare i sintomi.
L’immersione deve avvenire in acqua tiepida e non calda.
A volte il medico potrebbe prescrivere corticosteroidi per via orale, al fine di alleviare i sintomi o farmaci vasodilatatori.
Per le donne, la pillola anticoncezionale ha mostrato di ridurre il rischio di formazione dei geloni , grazie al miglioramento della vascolarizzazione.
In generale è consigliato di evitare il fumo, che ha una azione vasocostrittrice.
Il rischio di geloni, e più in generale di lesioni da freddo, aumenta quando il sangue circola troppo lentamente, per disidratazione o apporto calorico scarso, per contatto con una superficie metallica ghiacciata.
Nel caso in cui si debba esporsi al freddo meglio coprirsi a strati, utilizzando indumenti di lana o materiali isolanti.
Coprire la testa con un cappello, perché dalla testa che viene disperso molto calore.
Anche l’alimentazione è importante; deve apportare la quantità di nutrimento sufficiente, così come liquidi per garantire l’idratazione, meglio se caldi.
Evitare infine le bevande alcoliche, anche se danno una immediata sensazione di calore. L’alcol, infatti, dilata i vasi sanguigni e provoca la perdita di maggiori quantità di calore.