L’ippocastano (Aesculus Hippocastanumun) conosciuto anche con il nome volgare di Castagno d’India è un grande albero originario dell’Asia E introdotto in Europa dalla Turchia nel XVI secolo. Entra nella materia medica fitoterapica solo alla fine del XIX secolo dopo una comparsa fugace nei ‘’commentari’’ del Mattioli del 1586, in cui vengono esaltate le sue proprietà astringenti. Nel 1896 Artault de Vevey scrive: “ la sua tintura calma il dolore e riduce i noduli delle emorroidi più rapidamente di ogni altro trattamento ….”Qualche anno dopo, studi scientifici relativi al suo uso terapeutico, evidenziano risultati eccellenti in malati con varicocele o che presentano congestione ed ipertrofia della prostata come pure nel trattamento della dismenorrea. Le parti utilizzate di questa pianta a fini terapeutici sono i semi, da cui si ricavano estratti e in particolare la tintura madre (TM), oppure le gemme fresche da cui si ottengono i gemmoderivati (MG). L’ippocastano presenta numerose proprietà farmacologiche,in particolare è stato dimostrato che svolge un’azione di “drenaggio” nei confronti dei vasi sanguigni venosi, aumentandone il loro tono generale, in particolar modo nei confronti dei capillari e delle vene, rilevandosi un ottimo rimedio contro i disturbi causati da insufficienza venosa periferica, varici, sindrome post flebitica,emorroidi, cellulite e fragilità capillare. Tutto ciò è possibile grazie alla presenza nell’estratto dell’escina, una miscela di saponine triterpeniche , in grado di svolgere numerose azioni a livello dei vasi sanguigni fra cui ricordiamo:
-aumento del tono venoso con conseguente miglioramento del ritorno venoso
-aumento della resistenza capillare
– riduzione della permeabilità capillare con conseguente inibizione della filtrazione trans capillare di acqua, elettroliti e proteine a basso peso molecolare
– rimozione dei liquidi interstiziali accumulatesi (azione antiedemigena)
Da uno studio condotto su 80 pazienti affetti da emorroidi è emerso che l’assunzione dell’estratto di semi di ippocastano tre volte al giorno per un periodo di due mesi è in grado di diminuire il sanguinamento ed il gonfiore provocato da questo disturbo. In generale, grazie all’insieme delle attività esercitate dalla escina contenuta nell’ippocastano nei confronti dei capillari e delle vene, l’utilizzo della pianta costituisce un valido aiuto per il trattamento di tutti quei disturbi caratterizzati da insufficienza venosa e dai sintomi ad esso associati, quale gonfiore, pesantezza, dolore e prurito. L’ippocastano viene sfruttato anche dalla medicina omeopatica dove lo si può trovare sotto forma di gocce orali (tintura madre) granuli, e macerato glicerinato. In quest’ambito la pianta trova impiego come rimedio in caso di emorroidi, dolore della zona sacro-iliaca, lombalgie, vene varicose e ulcere venose. La dose di rimedio omeopatico da assumersi può variare fra un individuo e l’altro anche in funzione della tipologia di disturbo che si deve trattare e della tipologia di preparazione e di diluizione omeopatica che si vuole impiegare.