L’ippocastano (aesculus hippocastanum) è un grande albero appartenente alla famiglia delle sapindaceae, che può raggiungere i 36 -40 m di altezza. Ciascuna foglia è costituita da 5-7 lamine ad apice acuminato e margine seghettato. I fiori sono riuniti in infiorescenze a pannocchia di grandi dimensioni mentre i frutti sono caratterizzati da rotondeggianti capsule dotate di aculei simili alle castagne, che contengono semi color bruno lucido non commestibili. La parte dell’ippocastano utilizzata in fitoterapia sono i semi, ricchi di saponine triterpeniche (escina),composti flaconici (quercetina e kaempferolo), glucosidi cumarinici (esculina) e proantocianidine. L’escina, comunemente intesa, non è in realtà una sostanza a se, ma un complesso di glicosidi triterpenici i cui principali componenti sono la alfa escina e la beta esci na. L’escina mostra proprietà anti edematose, antinfiammatorie e venotoniche. Tale sostanza riduce l’attività degli enzimi proteoglicano-litici (elastasi e ialuronidasi ),aumentando la coesione della parete vascolare e rafforzandone la struttura. Inibisce la migrazione leucocitaria e sembra bloccare il rilascio di mediatori infiammatori come serotonina ed istamina. Sensibilizza le cellule agli ioni calcio, producendo così un effetto sigillatura che limita la permeabilità vascolare. Il tutto si traduce con una diminuzione della stasi venosa e dell’edema.
L’uso di ippocastano è un trattamento sicuramente utile nell’insufficienza venosa cronica riducendo sia il dolore che la circonferenza e il volume delle gambe. Uno studio che ha coinvolto 240 soggetti per 12 settimane ha dimostrato che l’efficacia dell’ippocastano nel ridurre l’edema è paragonabile all’effetto delle calze a compressione graduale e può rappresentare una valida alternativa a queste. inoltre l’applicazione topica di un gel a base di escina è efficace e sicura per il trattamento delle lesioni da impatto contundente che si possono verificare nelle competizioni sportive essendo in grado di ridurre rapidamente anche il dolore indotto. L’efficacia dell’escina è stata valutata anche per l’apparato urogenitale maschile. Uno studio cinese ha dimostrato che l’utilizzo di escina migliora la qualità dello sperma in termini sia di densità che di motilità in soggetti con infertilità da varicocele. Questo probabilmente è dovuto al miglioramento della perfusione venosa e ad un aumento del diametro della vena scrotale. L’escina, per il legame con le proteine plasmatiche, potrebbe ridurre il trasporto di farmaci assunti contemporaneamente. Per la presenza di cumarine ad attività antitrombotica se ne sconsiglia l’uso con farmaci antiaggreganti o anticoagulanti . Cautela, inoltre, in caso di insufficienza renale.
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